Evento speciale per Ovest.Doc 2015

Martedì 17 marzo 2015 alle ore 21 per OVEST.DOC prima visione per Genova di SUL VULCANO di Gianfranco Pannone.

Gianfranco Pannone è uno dei più apprezzati autori italiani del cinema del reale. Tra le sue opere Il sol dell’avvenire, Scorie in libertà e Ebrei a Roma, che hanno trovato attenzione e riconoscimenti in festival italiani e internazionali.

Il film doc SUL VULCANO è la fotografia di un’area geografica, le pendici del Vesuvio, dove gli abitanti convivono con la minaccia del gigante che potrebbe risvegliarsi ma anche con tutti i problemi delle  devastazioni provocate dall’edilizia abusiva e del degrado del territorio. Le voci di Toni Servillo, Iaia Forte, Donatella Finocchiaro e Fabrizio Gifuni accompagnano le immagini con la lettura di brani da Giordano Bruno a Giacomo Leopardi a Curzio Malaparte.

“Non educateci al cinema, fateci vedere cose diverse” è con questa convinzione che si apre l’edizione 2015 della rassegna OVEST.DOC dedicata ai migliori documentari italiani. La rassegna, che vanta essere la più importante della Liguria nel settore, intende dare risalto senza gerarchie alle opere prime come a quelle di registi già affermati. L’intenzione è quella di offrire un cinema di qualità lontano dalle luci sfavillanti delle Major per poter avvicinare il più possibile il grande pubblico a questo genere che già da alcuni anni ha dimostrato di voler uscire dai circuiti più di nicchia per ritagliarsi un posto di maggior visibilità.
Gianfranco Pannone napoletano di nascita ma romano di adozione stimato regista del genere ha inaugurato la rassegna con la sua opera “Sul vulcano”. Tra le sue opere ricordiamo Il sol dell’avvenire, Scorie in libertà e Ebrei a Roma, che hanno trovato attenzione e riconoscimenti in festival italiani e internazionali.
“Sul Vulcano” è un film su Napoli che vuole prima di tutto evitare la rappresentazione classica stereotipata della città e che dimenticato il teatrino napoletano, ci regala un affresco inedito attraverso un percorso che sa valorizzare la cultura nella sua più ampia accezione, quella che non distingue ciò che è alto da ciò che è basso ma che usa il dialogo perché è consapevole che la ricchezza sta nella contaminazione.
Sul Vulcano c’è un paesaggio mozzafiato, ricco di fiori e di una bellezza unica che troppo spesso si trova adagiata sofferente su un cemento soffocante, questo il retroscena raccontato che si fa protagonista insieme agli uomini e alle donne che lo abitano immersi in un universo di contraddizioni.
Un progetto ambizioso che si serve di tre personaggi, testimoni di vite, che attraverso quelle che lo stesso regista chiama “voci pensiero” esprimono la loro arte di vivere dialogando con testi letterari letti da famosi attori (tra i quali Toni Servillo, Iaia Forte, Donatella Finocchiaro, Fabrizio Gifuni e Leo Gullotta).
I contributi maggiori ad un’opera che risulta di grande spessore ed efficacia arrivano dalle immagini dell’istituto Luce sulle eruzioni storiche del Vesuvio, dai testi accuratamente selezionati - Leopardi, Curzio Malaparte, Giorgio Bocca, Giordano Bruno tra gli altri - ma anche grazie alla musica di Daniele Sepe che accompagna le immagini unendo tradizione e gusto moderno.
È così che il paesaggio, i volti e le voci si fondono dando vita ad un risultato che confonde nella sua impossibilità di definirsi attraverso un’identità, quella vesuviana, fatta di consapevolezza e incoscienza, di contatto quotidiano con una terra che è cenere e vita allo stesso tempo, che regala i suoi frutti all’uomo ma che può anche strapparglieli con tutta la sua violenza. Una contraddizione non solo apparente ma molto profonda, duplicità e schizofrenia, come afferma lo stesso Pannone, che unisce il Vesuvio a chi lungo le sue pendici ha costruito la sua vita, dimenticando la paura.
A fine spettacolo il regista, sollecitato dalle domande del pubblico, ha sottolineato la sua volontà di descrivere la verità di un popolo che si è sempre mostrato e mai nascosto, sia nel bene che nel male, dimostrando di non esser mai stato sommerso dalla cenere del suo vulcano.

Barbara Ghersi

 

 

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