Cine Playlist di Yuri Saitta

L’appartamento (1960) di Billy Wilder
Visto per la prima volta a quattordici anni, è un film che mi ha accompagnato nel tempo prima come giovane spettatore alla scoperta dei grandi classici, poi come cinefilo alle sue primissime esperienze nella critica. Da sempre amato per il suo grande equilibrio tra comicità e amarezza.
Eva contro Eva (1950) di Joseph L. Mankievicz
Anche questo visto per la prima volta da adolescente, è uno dei film che più mi hanno formato cinematograficamente; un’opera che mi ha subito trascinato per storia, personaggi, contenuti e, successivamente, per struttura narrativa.
Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin
Nell’estate tra la prima e la seconda media Charlie Chaplin è stato il primo autore del quale ho recuperato la filmografia in maniera “sistematica”, consolidando così la mia nascente passione per il cinema. “Tempi moderni”, insieme a “Monsieur Verdoux”, è il suo film che ho visto e amato di più.
L'ultima risata (1924) di Friedrich W. Murnau
Amo in modo particolare il cinema tedesco degli anni Venti e tra i tanti capolavori del periodo “L’ultima risata” è quello che ammiro di più per la modernità dello stile e per i contenuti profetici.

La morte corre sul fiume (1955) di Charles Laughton
Visto per la prima volta a quattordici anni, è uno dei film che ho “ripassato” più volte – per piacere o per studio, a casa o in sala -, rimanendo sempre affascinato dalla sua unione tra fiaba e noir.
Match Point (2005) di Woody Allen
“Match Point” è un Allen atipico per storia e ambientazione, ma non per sguardo sul mondo e sull’umanità. Visto per la prima volta al cinema America di Genova, all’epoca ne rimasi quasi folgorato e negli anni successivi ho continuato a guardarlo e apprezzarlo.
La corazzata Potemkin (1925) di Sergej E. Ejszenstejn
Visto per la prima volta in seconda superiore, è un film che ho capito e ammirato per le sue scelte linguistiche con i successivi studi universitari. Il lavoro di Ejzenstejn mi ha talmente interessato e affascinato che ho incentrato la mia tesi di laurea triennale proprio sul cineasta sovietico.
Post Mortem (2010) di Pablo Larraín
Pablo Larraín è il regista al quale ho dedicato la maggior parte degli studi e dei lavori universitari e post-universitari. Il suo film che apprezzo maggiormente è “Post Mortem”, visto per la prima volta in un cinema di Chiavari, ora chiuso definitivamente.
La regola del gioco (1939) di Jean Renoir
Jean Renoir è forse il regista francese che prediligo e “La regola del gioco” è il suo film che ho rivisto più volte per ragioni di studio/lavoro; un’opera che ho ammirato sempre di più per la fluidità della regia e per la capacità di ritrarre in modo al tempo stesso ironico e feroce la società dell’epoca.
La grande nebbia (1953) di Ida Lupino
Tra le mie passioni cinefile vi sono i b-movies hollywoodiani degli anni ‘40 e ‘50, opere spesso creative anche se povere di mezzi, proprio dimostrano i film di Ida Lupino, ai quali ho dedicato le mie ultime ricerche. Tra i lavori della regista, “La grande nebbia” mi ha colpito particolarmente per la sua aria dimessa e per il suo mix tra noir e mélo, due generi che amo particolarmente.

 

 

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