Sempre più in alto


ITALIA K2 - RIPRESE DI MARIO FANTIN
di  Mario Fantin, Italia 1954/2021 60’.
Una grande impresa al cinema: il film della conquista al K2, nella nuova edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI (Club Alpino Italiano) e con il sostegno del Ministero della Cultura. Una delle vette più alte del mondo, gli 8.608 metri del K2 nella catena dell’Himalaya, è stata raggiunta per la prima volta il 31 luglio 1954 da una spedizione italo-pakistana diretta dal geologo Ardito Desio e patrocinata dai CAI. L’esplorazione fu filmata da Mario Fantin, alpinista e cineoperatore bolognese, che partecipò alla lunga marcia di avvicinamento (240 chilometri) e all’ardua missione alpinistica. Fantin effettuò tutte le riprese fino a 6560 metri, poi fu obbligato a fermarsi e istruì gli alpinisti che poterono così documentare la parte finale della scalata. Al ritorno, il CAI affidò le immagini al regista Marcello Baldi che ne realizzò un film, aggiungendo spezzoni girati in Italia e due voci off. Ora le immagini originarie di Fantin hanno trovato una nuova vita. «In accordo con la Cineteca del CAI – ha dichiarato Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna – abbiamo pensato di presentare una versione di Italia K2 realizzata con le sole immagini di Fantin, senza commento parlato, con sottotitoli che raccontano gli aspetti salienti dell’azione, recuperando le musiche per coro e orchestra scritte, all’epoca, dal maestro Teo Usuelli. Il restauro restituisce tutta l’emozione alle immagini e all’impresa compiuta dagli uomini della spedizione, gli alpinisti e i ricercatori italiani, gli hunza, i pakistani, i portatori balti. Le immagini sono così potenti che si ha la sensazione di assistere al compimento dell’ultima odissea umana sulla terra. E le riprese, liberate dalla retorica dell’epoca, ci fanno riscoprire lo sguardo etico di Fantin, capace, in condizioni impossibili, di trovare sempre l’inquadratura giusta, quella che ci racconta lo spirito profondo di quest’avventura, il rapporto tra l’uomo e la natura, la bellezza suprema delle montagne, la sfida umana per superare i propri limiti».

 

THE ALPINIST
di Peter Mortimer, Nick Rosen con Peter Mortimer, Will Gadd, Alex Honnold, Reinhold Messner, Austin Siadak, Documentario, USA, 2021, 92’.
Marc-André Leclerc è un free soloist su ghiaccio e misto. Scala da solo, lontano dai riflettori. Su remote pareti alpine, il 23enne canadese dallo spirito libero compie alcune delle salite in solitaria più audaci della storia. Tuttavia, attira scarsa attenzione. Senza telecamere, senza corda e senza margine di errore, l’approccio di Leclerc è l’essenza dell’avventura in solitario. Nomade e timido, non possiede un telefono o un’auto, ed è riluttante a far conoscere a una troupe cinematografica la sua pura visione dell’arrampicata. Il regista veterano Peter Mortimer si propone di realizzare un film su Leclerc, ma fatica a tenere il passo con il suo soggetto sfuggente. Leclerc intraprende un’avventura storica in Patagonia che ridefinirà ciò che è possibile nell’arrampicata in solitaria.

 

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