MERCOLEDÌ 30 LEZIONI DI CINEMA MARLENE DIETRICH IL FASCINO CRUDELE Auditorium Centro Civico BURanello ore 17.00 - ingresso libero
MERCOLEDÌ 30 ore 18.30 - FOLLEMENTE di Paolo Genovese con Edoardo Leo, Pilar Fogliati, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria, Italia 2025, 97’. La nostra mente è un posto molto affollato, siamo tutti pluriabitati con tante diverse personalità che devono convivere tra di loro. Razionali, romantiche, istintive, a volte folli. Ma chi comanda veramente? FolleMente è la storia di un primo appuntamento, una divertente commedia romantica che ci fa entrare nei pensieri dei due protagonisti per scoprire i meccanismi misteriosi che ci fanno agire. Le varie personalità avranno voce e corpo e le vedremo discutere, litigare, gioire e commuoversi per cercare di avere il sopravvento e prendere la decisone finale. OVEST.DOC ore 21.00 - FRANCESCO GUCCINI “FRA LA VIA EMILIA E IL WEST” di Giuliano Nicastro, Concerto, Italia 2024, 90’. Un appuntamento unico per far rivivere sul grande schermo ai fan del cantautore tutte le emozioni della serata epica del 1984. Un Concerto memorabile che è stato festa tra amici e session allargata, con un forte desiderio di condivisione Nel 1984 il manager Renzo Fantini e Nicola Sinisi, allora assessore alla cultura del Comune di Bologna, cercano di convincere un riluttante Francesco Guccini a tenere un concerto in Piazza Maggiore a Bologna. L'occasione è data dai vent'anni di carriera di Guccini e di "La canzone del bambino nel vento" (anche nota come "Auschwitz"), da lui scritta ma incisa prima da Equipe 84. È lo stesso Guccini a raccontarlo, nell'intervista che introduce (11 minuti circa) le immagini di quel concerto, effettivamente tenutosi il 21 giugno 1984 in quell'affollatissima piazza e nei suoi dintorni. Così strapiena di gente che a un certo punto il cantautore dovrà anche segnalare ("mi sembra di essere a Rimini") una bambina persa e ritrovata che aspetta i suoi genitori in una via del centro. In poco meno di 80 minuti di performance sfilano sul palco molti amici di Guccini, dai meno noti Viulàn (quartetto di voci e chitarra che performa una ninna nanna in dialetto dell'Appennino modenese) a uno spumeggiante Paolo Conte, di cui Fantini all'epoca era pure manager, dalla semisconosciuta cantante folk Deborah Kooperman a Franco Ceccarelli e Victor Sogliani di Equipe 84 fino ai Nomadi, Pierangelo Bertoli e Lucio Dalla.
GIOVEDÌ 1 MAGGIO ore 15.30 - INSIDE OUT 2 di Kelsey Mann, Animazione, USA 2024, 96’. Targato Disney-Pixar, "Inside Out 2" torna nella mente di Riley - da poco entrata nell'adolescenza. Sebbene le sue emozioni siano diventate una squadre ben coordinata, tutto viene messo a soqquadro da un evento completamente inaspettato: l'arrivo di nuove Emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto non sanno come interpretare la presenza di Ansia e i suoi amici: Imbarazzo, Ansia, Invidia e Ennui. ore 18.30 - THE BRUTALIST di Brady Corbet con Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Raffey Cassidy, USA / UK / Ungheria / Canada 2024, 215’ (con intervallo). Il film racconta la storia dell'architetto László Tóth. La vicenda è ambientata al termine della Seconda Guerra Mondiale. László, di origini ebree, è un allievo della scuola del Bauhaus, visionario, intransigente e pronto a lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra e della persecuzione dei nazisti. Si reca negli Stati Uniti, lasciando sua moglie e la nipote a Budapest per alcuni anni. Una volta arrivato nel nuovo mondo, nella terra delle possibilità, László prende contatti con suo cugino Attila, in Pennsylvania. Tuttavia i due entrano in contrasto e Attila caccia via László lasciandolo in povertà. Rimasto senza mezzi, senza contatti o prospettive per il futuro, l'architetto accetta i lavori più umili e sopravvive a stento, patisce la fame e cade vittima dell'abuso di droghe. Quando ormai sembra che la sua vita sia destinata a finire così, un ricco imprenditore - Harrison Lee Van Beuren - lo contatta per ingaggiarlo per la costruzione di un monumento. Un'opportunità come questa capita solo una volta nella vita: Van Beuren sta offrendo a László la realizzazione di tutti i suoi sogni e l'unica cosa da fare è accettare l'offerta. Questo evento cambierà la sua vita per i prossimi trent'anni. Premio Oscar come miglior attore protagonista a Adrien Brody, Leone d’argento per la regia alla Mostra del Cinema di Venezia. Una curiosità: il titolo, The Brutalist, deriva dalla corrente architettonica del brutalismo, di cui il protagonista è un esponente: all’estetica, esso preferisce la struttura in maniera piuttosto netta.
VENERDÌ 2 ore 19.30 - THE BRUTALIST versione originale con sottotitoli italiani
SABATO 3 ore 15.30 - THE BRUTALIST ore 19.30 - THE BRUTALIST
DOMENICA 4 ore 15.30 - THE BRUTALIST ore 18.30 - THE BRUTALIST
LUNEDÌ 5 ore 19.00 - incontro con l’enologo GIOVANNI CHIARLE della Cantina PICO MACCARIO di Mombaruzzo (AT) ore 19.30 - degustazione di agnolotti del plin (per prenotare inviare una mail entro venerdì 2 maggio a
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) ore 21.00 - ONDE DI TERRA prima visione per Genova alla presenza del regista Andrea Icardi di Andrea Icardi con Erica Landolfi, Paolo Tibaldi, Lucio Aimasso, Oscar Barile, Sandra Forlano, Pippo Bessone, Andreina Blangero, Italia 2024, 110’. Le Langhe, la società in trasformazione degli anni Settanta, paesi in crisi di identità e a rischio di spopolamento, una dolorosa illusione, la dolcezza mitigatrice del tempo, una colonna sonora che narra e coinvolge, sottolineando una scrittura emozionante e serrata, che non concede pause né cali di tensione e un cast giovane, espressivo e perfettamente definito per il tempo e il luogo. Il film racconta l'anima delle Langhe, restituendone un affresco autentico in un periodo di trasformazione epocale. La trama si sviluppa attorno a Fulvia, una giovane calabrese che, attraverso un matrimonio combinato, si trasferisce nelle Langhe per incontrare un uomo che non è ciò che sembra. Con forza e determinazione, Fulvia affronta le difficoltà e sceglie di riscrivere il proprio destino. L’opera si distingue per la fedeltà storica e culturale, celebrando le tradizioni e le radici del territorio, grazie a una sceneggiatura capace di catturare le sfumature linguistiche e sociali dell’epoca. Il tutto è impreziosito dalla poetica ispirata a Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, che rivive nei luoghi iconici di San Benedetto, Santo Stefano Belbo, Alba e l’Alta Langa.
MARTEDÌ 6 LEZIONI DI CINEMA IL SORRISO DI ANTHONY PERKINS Auditorium Centro Civico BURanello ore 16.30 - ingresso libero
MERCOLEDÌ 7 LEZIONI DI CINEMA CINEFORUM GENOVESE incontro con il presidente PAOLO FILAURO Auditorium Centro Civico BURanello ore 17.00 - ingresso libero
GIOVEDÌ 8 MOVIEAMOCI ore 21.00 - FIORE MIO di Paolo Cognetti, Documentario, Italia 2024, 80’. Cognetti, insieme a Laki, il cane con cui si fanno reciproca compagnia, sale verso le quote più alte del Monte Rosa spinto dal desiderio di comprendere per quale ragione non arrivi più acqua nella casa in cui abita. Lungo il percorso incontra persone che conosce da tempo che raccontano quale senso abbia per loro il vivere in montagna. "Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia". Così inizia Le otto montagne, il romanzo che ha ampliato in maniera esponenziale la notorietà di Paolo Cognetti. In Fiore mio il suo è un passo che deve tenere conto della presenza di Laki e che si propone allo spettatore come un'occasione di incontri. C'è un'immagine che torna nel film ed è quella di una tazza che viene riempita d'acqua fino all'orlo. Non ci viene detto il perché ma non ha importanza. Ognuno può fornire la propria interpretazione così come fanno, a proposito del rapporto con la montagna, le persone che Cognetti incontra nel suo percorso a cui consente di parlare senza mai sovrapporsi con la propria visione, consentendo ai suoni della Natura di occupare tutto il campo uditivo. Quella Natura che una credenza cittadina idealizza ritenendo che il Rosa si chiami così perché al tramonto le sue cime si tingono di quel colore mentre ci viene detto da subito che il termine deriva da un termine in lingua locale che significa ghiaccioNon ci sono le grandi imprese alpinistiche in questo film. Al massimo vengono evocate grazie a una foto o al distacco sapiente di Sete, che è stato uno sherpa, e ora fa il cuoco in un rifugio pur non avendo abbandonato del tutto il Nepal. C'è l'onesta ricerca di un linguaggio diverso lasciando parlare gli altri con le loro convinzioni ma anche con le loro fragilità o desideri.
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