Prima visione da mercoledì 6 a venerdì 8 giugno 2012 ore 21 In collaborazione con “Music for Peace- Che Festival” e “ Centro delle Culture”
MARE CHIUSO di Stefano Liberti e Andrea Segre Tra maggio 2009 e settembre 2010 oltre duemila migranti africani intercettati nelle acque del Mediterraneo vennero respinti in Libia, sottoposti a innumerevoli forme di abusi e di violenze e poi destinati alla detenzione. Nel documentario di Segre e Liberti raccontano cosa vuol dire essere respinti: racconti di grande dolore e dignità, ricostruiti con precisione e consapevolezza, testimonianze dirette di una strategia politica per la quale l'Italia è stata recentemente condannata dalla Corte Europea per i Diritti Umani.
Mercoledì 6 alle ore 20 prima della proiezione del documentario interventi di Alessandra Ballerini avvocata ed Enrico Frigerio, attivista del Gruppo Amnesty International di Genova “Respingimenti e diritti negati: la sentenza della Corte Europea”.
mercoledì 6 giugno - ore 22,30 segue anteprima film-documentario
FREAKBEAT di Luca Pastore
Un road-movie emiliano alla ricerca del nastro perduto di una mitica session fra l'Equipe 84 e Jimi Hendrix. Su un vecchio furgone Wolkswagen Freak Antoni (leader, cantante, paroliere, animatore del gruppo rock-demenziale Skiantos) e sua figlia Margherita cercheranno tracce e prove della mitica reliquia sonora. La ricerca del nastro è un pretesto per non arrendersi al cinismo e alla sterilità dell'Italia di oggi, per riaffermare il valore dell'utopia e dell'immaginazione, per creare un ponte generazionale tra Freak e sua figlia, alla quale il nostro eroe cerca di trasmettere qualcosa di sé. Durante il viaggio la coppia incontrerà personaggi storici del Grande Beat italiano, in una sorta di caccia al tesoro dall'esito incerto. Freak e Margherita arrivano fino all'unico uomo che può davvero sapere qualcosa: Maurizio Vandelli, che dopo una session con Freak rivelerà l'ultimo indizio. Il film è un tour psichedelico e demenziale, contrappuntato da una colonna sonora che raccoglie il meglio del beat italiano, spesso proposto attraverso videoclip che sono altrettante tappe del viaggio. La piovosa campagna emiliana è lo sfondo della ricerca, tra rosette alla mortadella e cascinali perduti nella nebbia. Per il regista Luca Pastore: “Freakbeat” non è un documentario e non è un film di finzione, è un esperimento: è il tentativo di raccontare in modo leggero e imprevedibile, quell'impalpabile follia anticonformista che, nata negli anni '60 sulle tracce della rivoluzione intellettuale della Beat Generation, continua ad essere alla base della non-omologazione di intere generazioni, che sono 'beat' anche senza saperlo. 'Freakbeat' si muove assolutamente nell'oggi, senza nostalgie, ma con la consapevolezza che l'utopia e la fantasia sono ingredienti essenziali da contrapporre al funzionalismo arido che troppo spesso tenta di dominarci.
Menzione speciale alla 29° edizione del Torino Film Festival 2011.
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