Febbre gialla 2013

Killer e dark ladies, investigatori in crisi e gangster sanguinari, violenza e ambiguità...

Torna da oggi "Febbre Gialla", la rassegna del Club Amici del Cinema che ogni anno fa il punto sui migliori film polizieschi e criminali della stagione. E stavolta c'è subito da segnalare che per il noir è stata un'ottima annata, ricca soprattutto di quei titoli che al momento dell'uscita in sala non ottengono grande successo ma diventano poi piccoli o grandi cult attraverso gli anni. Ce n'è per tutti i gusti. Il primo film, "Argo", non è nemmeno un noir, ma un ottimo thriller realizzato da Ben Affleck a partire da un fatto storico: l'impresa segreta con cui trent'anni fa vennero liberati alcuni americani nell'Iran della rivoluzione khomeinista. Un film teso, tutto al servizio di un'incalzante efficienza narrativa, ma anche denso di risvolti politici attualissimi: dalla politica degli Stati Uniti in Medio Oriente, alla rivalutazione di un presidente volutamente "dimenticato" come Jimmy Carter. Per quanto poi riguarda il neo-noir, il calendario di "Febbre Gialla" presenta un autentico fuoco di fila. "Killer Joe" è un film aspro e potente diretto dal grande vecchio William Friedkin, quello del "Braccio violento della legge", con una sequenza a cena assolutamente strepitosa. "Cogan - Killing Them Softly" è stato scambiato da qualche buontempone per un'imitazione di Tarantino: in realtà è tratto da un romanzo anni '70 di George V. Higgins, lo scrittore che ha rivoluzionato i dialoghi dell'hard boiled statunitense e che al contrario uno dei modelli di Tarantino oltre che di Elmore Leonard (imperdibili qui le scene col grande James Gandolfini). E "Lawless" è un'immersione delirante nel mondo dei fabbricanti clandestini d'alcool anni '30, diretta dal John Hillcoat di "The Road" e visto pochissimo dal pubblico genovese (da recuperare!). Tra gli altri titoli in rassegna, quello che è forse il capolavoro del regista turco Nuri Bilge Ceylan: "C'era una volta in Anatolia", cronaca di un'indagine sull'altopiano condotta attraverso maestosi pianisequenza, film lentissimo ma di grande intensità. Per l'Italia c'è un piccolo bel film da riscoprire: "Padroni di casa" di Edoardo Gabbriellini, tutto ambientato tra i monti dell'appennino emiliano, con Valerio Mastandrea e perfino Gianni Morandi! E poi "Le paludi della morte" di Ami Canaan Mann (figlia di Michael Mann), "La regola del silenzio" di Robert Redford, "Le belve" di Oliver Stone, il poliziesco "End of Watch" tutto girato (bene) con camera a mano... Da qui alla primavera, con probabile omaggio a Hitchcock in occasione dell'uscita del film con Anthony Hopkins nella parte del mago del brivido.

 

Renato Venturelli La Repubblica - Il Lavoro giovedì 3 gennaio 2013

SCARICA IL PROGRAMMA

 

Credits to Templates By Compass Design - Credits to Tag cloud By Zaragozaonline