Gran finale del Missing Film Festival

Gran finale del MISSING FILM FESTIVAL - LO SCHERMO PERDUTO, progetto speciale dei C.G.S., Cinecircoli Giovanili Socioculturali al Club Amici del Cinema Via C. Rolando,15 -Tel 010413838. Tre serate con un ricco programma che comprende un omaggio al grande Orson Welles nel centenario della nascita, incontri e proiezioni per festeggiare i quarant’anni della Cineteca Griffith, due film da non perdere e un ricordo di Gianni Amico, un indimenticato personaggio del cinema italiano.
Il primo appuntamento è per lunedì 14: la festa di compleanno della Cineteca Griffith inizia alle ore 17 con UN ITALIANO IN AMERICA di Alberto Sordi con Alberto Sordi, Vittorio De Sica, soggetto e sceneggiatura di Rodolfo Sonego, Italia 1967. Alle ore 19 ricordo di Ugo Tognazzi con LA VOGLIA MATTA di Luciano Salce con Ugo Tognazzi, Catherine Spaak, Italia 1962. Segue incontro aperitivo con Massimo Patrone della Cineteca Griffith. Alle ore 21 L’INFERNALE QUINLAN di Orson Welles, un noir ambientato in una città di frontiera che diventa metafora dell’incerto confine tra giusto e ingiusto. Welles giganteggia nel ruolo dell’ambiguo capitan Hank Quinlan, e dopo questa oscura storia di delitto e corruzione non diresse mai più a Hollywood.
Martedì 15 alle ore 18,30 TIR di Alberto Fasulo, prima visione per Genova, vincitore del Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film al Festival di Roma 2013. La cronaca della faticosa esistenza di Branko, camionista lungo le strade d’Europa per uno stipendio che assicuri il benessere della famiglia, dalla quale però è sempre più distante. Per girare il film l’attore Branko Zavrsan ha ottenuto l’apposita patente di guida e un impiego da autista a tempo determinato, percorrendo in quattro mesi più di 30.000 km. Alle ore 20,30 LEVIATHAN di Andrey Zvyagintsev: la storia potentissima, feroce e commovente del meccanico Kolia e della sua lotta contro un sindaco corrotto a cui fa gola la sua terra, un prete ortodosso connivente e la malafede della burocrazia. L’uomo ne uscirà dolorosamente sconfitto. La sua vicenda, una parabola dell’uomo solo di fronte alla sopraffazione ambientata in un paesaggio cupo abbagliante, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura a Cannes 2015, e il premio come miglior film straniero ai Golden Globe 2015.
Mercoledì 16 alle ore 18,30 si celebra il ricordo di Gianni Amico. Regista, documentarista, sceneggiatore, animatore culturale, Gianni Amico è stato una figura eclettica e singolare del cinema italiano. Al centro della sua opera, una grande passione per la musica jazz, che traspare dai due brevi filmati, NOI INSISTIAMO! SUITE PER LA LIBERTÀ SUBITO, Un montaggio d’immagini fotografiche in bianco e nero che compone un trittico dedicato ai musicisti jazz “da anni all’avanguardia nella lotta per la libertà della razza negra”: un’opera mondo, dove le responsabilità dei bianchi appaiono nella loro feroce evidenza, e in APPUNTI PER UN FILM SUL JAZZ, girato durante il Festival Internazionale del Jazz di Bologna nel 1965.
Accanto ai due lavori “musicali” IL CINEMA DELLA REALTÀ, un ritorno critico al Neorealismo attraverso i commenti e le testimonianze dei protagonisti di quella rivoluzione – Rossellini, De Sica, Zavattini – ma anche una verifica del segno lasciato da quel cinema sulla propria generazione e quella precedente – Antonioni, Francesco Rosi, Pasolini – e L’UOMO AMICO di Germano Maccioni, documentario nato da un’idea di Olmo Amico, figlio di Gianni Amico, che contiene interviste inedite a Bernardo Bertolucci, Tatti Sanguineti e al musicologo e direttore del Torino Jazz Festival Stefano Zenni. Germano Maccioni, autore di  Fedele alla linea - Giovanni Lindo Ferretti, ha lavorato a lungo in teatro, come attore e regista.
Alle ore 21 IL TERZO UOMO di Carol Reed con Joseph Cotten, Orson Welles e Alida Valli. Nulla è come sembra nella Vienna cupa e sinistra del dopoguerra, da un funerale senza il morto alla caccia a un criminale demoniaco, in un ingranaggio giallo perfetto dove l’ingenuità del protagonista si scontra con il cinismo del misterioso Harry Lime, l’amico di una vita. L’inseguimento attraverso le fogne della città gli rivelerà la portata della perdita e del tradimento. Scritto da Graham Greene, con una indimenticabile colonna sonora, l’ossessiva e inquietante musica suonata alla cetra da Anton Karas.

 

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