Un Missing per aiutare Haiti

Martedì 2 febbraio 2010 alle ore 21.15 al Club Amici del Cinema di via C. Rolando, 15 - Genova
serata fuori programma con la proiezione del film HAITI CHERIE di Claudio Del Punta.
L’incasso della serata sarà devoluto al Fondo Emergenze di Medici Senza Frontiere.

Il film racconta la storia di una giovane coppia di haitiani che vive in uno dei batey, i villaggi costruiti in mezzo alle piantagioni di canna da zucchero dominicane, e passa più di quattordici ore al giorno nei cam-pi per una paga miserabile. Quando la situazione si fa insostenibile e il loro figlio piccolo muore per denutrizione, i due decidono di fuggire per tornare nel paese d’origine, nonostante le loro rispettive famiglie siano state massacrate dalle milizie haitiane. Un medico volontario li aiuta a raggiungere il confine, ma le loro traversie non sono finite.
Il film nasce anche dall’esigenza di mettere in luce il contrasto tra un turismo più o meno inconsapevole e una schiavitù mai abolita. Girato all’interno di un batey, le riprese sono state interrotte più volte dalle guardie dei latifondisti e dalla polizia dominicana, che hanno costretto la troupe a numerosi cambi di location.
Il titolo Haiti Chérie deriva da una canzone di Toto Bissainthe, cantante haitiana che con la sua voce ha fatto conoscere le atmosfere dell’ isola al mondo intero, e le cui melodie costituiscono la colonna sonora del film, non doppiato per sottolineare la realtà di una stessa isola divisa da un confine e anche da due lingue, lo spagnolo e il kryol. Come è stato rilevato dalla stampa nazionale, nonostante il grande suc-cesso in Francia, presenze e premi nei festival cinematografici internazionali, Haiti Chérie è passato inos-servato in Italia. La RAI, che pur aveva partecipato alla produzione, non lo ha mai trasmesso (il film è del 2007) e solo in occasione della tragedia di questi giorni ne ha sfruttato alcune sequenze per inserirle nei suoi servizi da Haiti.
Il Club Amici del Cinema lo ripropone per la terza volta, dopo la prima visione per Genova alla fine di marzo 2009, e durante la 18° edizione del MISSING Film Festival nel novembre 2009, per dare un contributo a un paese “povero tra i più poveri della terra”, devastato da decenni di crisi economica e politica.
Si stima che dal 10 al 15% degli abitanti di Haiti vivano come clandestini nella Repubblica Do-minicana, l’altra metà dell’isola Hispaniola. La Repubblica Dominicana non compare tra gli stati canaglia, ma si trova su tutti i dépliants turistici: troppo forte il giro d’affari legato al turismo (cinque milioni di presenze ogni anno, americani e europei, in prevalenza italiani) per svelare e denunciare gli schiavi dei batey. Eppure nelle sue piantagioni di canna da zucchero, a mezz’ora soltanto dalle scintillanti spiagge di questo paradiso tropicale, vivono e lavorano in condizioni disumane i lavoratori provenienti da Haiti. In-gaggiati in nero, senza alcuna protezione sociale, privi di servizi sanitari, di acqua corrente, di scuole per i figli, sono condannati a un’esistenza da schiavi da una politica di immigrazione autarchica e discriminatoria, con la partecipazione degli alti gradi militari, politici ed economici dominicani, che sono responsabili di ciò che avviene.

 Vedi comunicato stampa

 

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